Deep Dark Blue: è fuori il nuovo album di R.Y.F.

Un album dark-queer, electro-punk, sottomarino pubblicato da Bronson Recordings e disponibile da venerdì 5 aprile

05 Aprile 2024

Se il blu è il colore della tristezza, oppure il colore migliore per centrare il bersaglio dell’autenticità nella comunicazione, R.Y.F. – il progetto della singer-songwriter e musicista italiana Francesca Morello, di base a Ravenna – si spinge ancora più in là con il nuovo album Deep Dark Blue, in uscita in CD, vinile e digitale il 5 aprile 2024 per Bronson Recordings con distribuzione mondiale Cargo UK/Virgin ITA.

Nato in seguito a un folgorante battesimo nel mare di Stromboli, dalle acque profondissime, dalle tinte talmente accese da ipnotizzare, Deep Dark Blue è un album di sofferenza e guarigione che comunque sia preserva e rafforza la carica destabilizzante di Morello.

In Deep Dark Blue ci sono anche degli ospiti importanti, a rimarcare di riflesso la caratura internazionale di R.Y.F. nel suo percorso in costante ascesa. Stiamo parlando di Moor MotherSkin (Skunk Anansie) e Alos (aka Stefania Pedretti, già in OvO e Allun), unite da femminismo, queerness e attivismo politico, a rinsaldare affinità artistiche preziose alla luce dei tempi di nuova repressione che stiamo vivendo.

Blue feat. Moor Mother è il primo e sorprendente estratto da Deep Dark BlueMoor Mother, all’anagrafe Camae Ayewa, è una poetessa, musicista e attivista statunitense apprezzata nei principali circuiti d’avanguardia, attiva anche nel collettivo free jazz Irreversible Entanglements. In Blue la testa gira tra groove dalle pulsazioni ottundenti, cadenze hip hop e un arcano mood da esplorazione notturna, mentre R.Y.F. canta «Blue is in my blood / Under my skin» e lo spoken word di Moor Mother cala imperiosamente dall’alto, come fosse quello di una divinità capace di infondere rinnovato vigore.

Disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 15 marzo, il più recente singolo Can I Can U feat. Skin è una bomba electro dance house con la grinta di sferzanti chitarre alt-rock, dove gli ideali di sovversione queer e femminista, contro omofobia, transfobia e patriarcato, deflagrano in un ritornello che è un vero e proprio inno da mandare a memoria e cantare a squarciagola: «Can I? Can U / Be outrageously queer and stand here without any fear?».  Can I Can U feat. Skin è nato in collaborazione con la stessa Skin che, dopo aver scritto le sue parti, le ha interpretate con la sua voce inconfondibile.

Il super sexy singolo Lies approccia invece il tema della sofferenza con il sorriso sulle labbra, trasformandosi in un’irresistibile cartuccia electroclash che cancella i lividi e fotte via il dolore a colpi di ritmi dance-punk, melodie pop fluo e parole irriverenti (“I wanna have my clit like Pinocchio’s nose / And lie lie lie and fuck it all night long”), con il contributo di Matteo Vallicelli (The Soft Moon, Death Index) ai sintetizzatori. Lies è accompagnato da un videoclip di Silvia Maggi, regista e film-maker italiana attiva a Berlino, fattasi conoscere per le sue storie che catturano e fanno risplendere una luce sulle persone queer, sulle comunità underground e sulla body positivity.

Deep Dark Blue, il quarto album di studio di R.Y.F., è scaturito da software e strumenti analogici e successivamente è stato messo a punto con Maurizio “Icio” Baggio (The Soft Moon, Boy Harsher), che si è occupato anche di registrazione, produzione, mixaggio e masterizzazione, allo studio di produzione musicale La Distilleria di Bassano del Grappa. Alla produzione di alcune tracce ha inoltre contribuito Matteo Vallicelli. Nonostante scorra dall’inizio alla fine con compatta fluidità, l’album mette in risalto la padronanza di R.Y.F. nell’esprimersi tramite differenti generi stilistici. C’è un filo conduttore dark electro-punk, ma ci sono anche vocalità black (Run Run Run), industrial doom (Deep Dark feat. Alos, con un soundscape di Giovanni Lami) e ulteriori sperimentazioni (gli intermezzi strumentali Droplets e Sirene).

Alla varietà sonora corrisponde un’inevitabile varietà di argomenti. Il tema-scoglio della sofferenza apre e chiude poeticamente il cerchio tra Blue feat. Moor Mother e Deep Dark feat. Alos, poste a inizio e conclusione di scaletta, quasi a rappresentare un primo contatto con l’acqua e il culmine toccato con il fondo dell’abisso, e viene appunto affrontato sia con ironica sensualità in Lies sia con un’ottica maggiormente autoriale nelle accorate Violent Hopes December 25th, le prime canzoni dell’album a essere state scritte.
L’impegno a sostegno della comunità LGBTQ+, in opposizione a qualsivoglia discriminazione, deflagra in Can I Can U feat. Skin e nel potente, programmatico manifesto electro surf-punk Smash & Destroy, focus track con riff distorto e ritmo marziale dal messaggio queer transfemminista gridato ancora una volta forte e chiaro.

Deep Dark Blue di R.Y.F. è un’immersione dalla quale riaffiorare diversi rispetto a se stessi, creature magiche sotto nuova forma, ma è innanzitutto una scarica elettrica dalla quale lasciarsi irrimediabilmente folgorare.

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