L'autunno a Bologna si tinge di Jazz. Dal 27 ottobre all'1 dicembre torna il Bologna Jazz Festival

Oltre un mese di concerti nei teatri e nei jazz club, attività didattiche, mostre fotografiche, proiezioni cinematografiche, conferenze e seminari

14 Ottobre 2022

Comincia il 27 ottobre l’edizione 2022 del Bologna Jazz Festival che brilla per le presenze in esclusiva nazionale.
Le ‘specialità’ vengono servite nei teatri mentre una fitta programmazione anima i jazz club cittadini, e non solo, perché la programmazione si snoda anche nei comuni dell’area metropolitana e nelle province di Ferrara e Forlì.
Il ricco calendario abbraccia ben 36 giorni, proseguendo fino all’1 dicembre, e ospiterà assoluti protagonisti di primo piano del jazz made in USA, una significativa rappresentanza del jazz nazionale e qualche proposta ‘esotica’.

Il 31 ottobre, il Teatro EuropAuditorium accoglierà, in esclusiva nazionale, il supergruppo più atteso della stagione autunnale: Joshua Redman, Brad Mehldau, Christian McBride e Brian Blade, nomi capaci di catalizzare l’attenzione di tutta la comunità jazzistica.
Questa line up fu creata da Redman nel 1994 per incidere il suo terzo album da leader: MoodSwing, uno dei dischi jazz fondamentali degli anni Novanta, consacrazione del talento, dell’estetica musicale e della creatività di quattro musicisti allora agli esordi e oggi considerati tra i più importanti maestri del jazz internazionale. Nel riunirsi, per la pubblicazione del disco RoundAgain (2020), la leadership è diventata collettiva: evoluzione inevitabile vista la maturazione delle personalità coinvolte.

Per la ricorrenza del centenario della nascita di Charles Mingus, figura tra le più debordanti dell’intera storia del jazz per la forza interpretativa e la ricchezza delle composizioni che ci ha lasciato, il BJF porta sul palco del Teatro Duse, il 16 novembre, la Mingus Big Band, formazione che ne ha ufficialmente raccolto l’eredità musicale, sotto la gestione di Sue Mingus, vedova di Charles.

A chiudere la rosa dei grandi concerti, uno dei massimi cantautori brasiliani di sempre. Torna in Italia, dopo molti anni, Edu Lobo, protagonista della serata del 24 novembre al Teatro Celebrazioni assieme a un quartetto col quale ripercorrerà sessant’anni di successi.

Cantina Bentivoglio, Camera Jazz Club e Bravo Caffè sono i jazz club bolognesi pronti ad accogliere un fittissimo programma di eventi che si intrecciano perfettamente con i grandi live nei teatri.
Si inizierà il 28 ottobre alla Cantina Bentivoglio con l’omaggio monkiano del trio MiXMONK, con Joey Baron alla batteria. Altro trio di caratura stellare atteso alla Cantina Bentivoglio sarà quello con il pianista Kevin Hays, il contrabbassista Ben Street e il batterista Billy Hart (13 novembre). Le restanti serate in cantina saranno dedicate al jazz italiano, una è quella con il quartetto “Connection” che riunisce due solisti di punta come il trombettista Fabrizio Bosso e il sassofonista Rosario Giuliani (17 novembre).

Il Camera Jazz & Music Club conferma la predilezione per il jazz strettamente imparentato con il mainstream statunitense. Lo mettono in evidenza il trio del pianista Renato Chicco, con l’aggiunta di Piero Odorici, special guest al sax (29 ottobre); il ‘robusto’ quartetto guidato dal trombettista Wallace Roney Jr. e il batterista Joris Dudli (9 e 10 novembre); la vocalità black della cantante Sharón Clark (il 12); un quartetto ricco di personalità con la leadership condivisa tra il sassofonista Doug Lawrence e il pianista Massimo Faraò, oltre al ruolo di primo piano del batterista Byron Landham (il 19).

Davvero ampie le prospettive musicali esplorate dal Bravo Caffè: dal quintetto del trombettista giapponese Takuja Kuroda (27 ottobre) alle note brasiliane del chitarrista Marco Pereira (10 novembre, in solo) alle coinvolgenti vocalità di Judith Hill (1 novembre) e di José James (27 novembre). Incastonato tra questi concerti si trova un trittico di proposte made in Italy.

Novità di questa edizione sarà la partnership con l’Orchestra Senzaspine, che si concretizzerà nel concerto diretto da Tommaso Ussardi l’11 novembre al Teatro Manzoni: in programma la celebre Rhapsody in Blue di Gershwin, la monumentale Sinfonia n. 5 di Shostakovic e una nuova opera per sassofono e orchestra del giovane Luigi Grasso, con l’autore anche in veste di solista.

Il programma del BJF intercetta anche tre spazi bolognesi risaltano per la capacità di attrarre un pubblico particolarmente giovane e curioso.
Il Locomotiv Club si sintonizzerà sulle sonorità ‘spaziali’ della Cosmic Renaissance del trombonista Gianluca Petrella (28 ottobre).
Il Binario69 ospiterà quattro appuntamenti nel segno degli incontri, le contaminazioni e il modernismo sonoro: il trio Kitzune (2 novembre); il duo con Jabel Kanuteh e Marco Zanotti, che fondono tradizione africana e modernità europea (il 5); il trio “Empty Music” del batterista Marco Frattini (il 15); il dialogo paritetico tra Mirco Cisilino, Pasquale Mirra e Danilo Mineo (il 25).
Allo Sghetto Club una nuova location per il BJF, si esibiranno il trio Hishitsu (il 12 novembre), il trio del batterista Richard Spaven (il 17) e gli Haiku (il 18): una selezione di artisti inconsueti e dalle sonorità stimolanti e attuali.

Il cartellone del BJF va anche fuori porta, diffondendosi dalla città all’area metropolitana di Bologna, per poi proseguire la sua ‘espansione’ sino a coinvolgere le province di Ferrara e Forlì, grazie a un nutrito numero di partnership con i principali operatori culturali del territorio. Sul territorio bolognese risalta l’originale concerto che si terrà a Castel Maggiore: un’esplorazione delle ancestrali sonorità sarde con lo specialista delle launeddas Luigi Lai e i S’Ard (30 ottobre, Teatro Biagi D’Antona).

La più significativa tra le numerose trasferte extra cittadine del BJF è quella che porta l’attività del festival bolognese al Torrione Jazz Club di Ferrara che ospiterà una vera antologia del modern jazz statunitense: l’astro nascente del vibrafono Joel Ross (4 novembre); il quartetto di Mark Turner, sassofonista che ha raggiunto la piena maturità creativa (il 5); il quartetto “Little Big” del pianista Aaron Parks (l’11); il trio all stars con Kevin Hays, Ben Street e Billy Hart (il 12). E ancora, molto jazz italiano e alcune proposte ‘esotiche’ – come il duo con Edmar Castañeda e Gregoire Maret – e con la Tower Jazz Composers Orchestra, formazione ‘padrona di casa’ (il 20).

Il BJF arriva sino alla Romagna, copromuovendo nel proprio cartellone i concerti principali di Jazz a Forlì, prodotti dall’Associazione Culturale “dai de jazz”. Tra questi, il Teatro Mazzini ospiterà il duo formato da Enrico Rava e Fred Hersch (1 novembre); il quartetto di Mark Turner (4 novembre); l’incontro al vertice del jazz moderno con Kevin Hays, Ben Street e Billy Hart (l’11).

Come sempre, grande attenzione alle attività didattiche, tra cui il Progetto Didattico “Massimo Mutti”, giunto alla sua decima edizione, articolato in varie sezioni e dedicato al ricordo del fondatore del festival bolognese.
Sono previsti due seminari con altrettanti luminari del jazz statunitense, riservati agli studenti del Conservatorio e del Liceo Musicale “L. Dalla” di Bologna: il primo ‘ciclo’ didattico avrà per protagonista il pianista Gil Goldstein, dal 28 novembre all’1 dicembre al Camera Jazz & Music Club; in coda al festival salirà poi in cattedra il pianista Dave Kikoski (dal 18 al 21 dicembre, Camera Jazz & Music Club).

Torneranno anche le lezioni musicali “Jazz Insights” con Emiliano Pintori: sei approfondimenti tematici su alcuni dei maggiori protagonisti della musica jazz raccontati dalla prospettiva di un musicista.

E ancora le proiezioni cinematografiche che si terranno al Cinema Lumiére (Music for Black Pigeons, il 9 novembre) e al Cinema Galliera: Soul (il 12); Gli Stati Uniti contro Billie Holiday (il 13); Charles Mingus. Triumph of the Underdog (il 15); Chico e Rita (il 23).

Al BJF la musica è anche disegnata: il festival quest’anno affida la propria immagine coordinata alla fantasia di una nota firma del fumetto italiano, Francesca Ghermandi. Le sue opere saranno esposte sull’Autobus del Jazz e nelle bacheche storiche di CHEAP on board.

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