Musica per sconosciuti

Mirco Mariani | VEICOLI ARTISTICI - sconfinamenti internazionali | 03/04/2025

Da batterista nei gruppi del jazzista Enrico Rava e del cantautore Vinicio Capossela, a collaborazioni con musicisti come Marc Ribot, Stefano Bollani, Arto Lindsay, Pacifico, Mauro Ermanno Giovanardi, Francesco Bianconi, poeti come Ermanno Cavazzoni e registi come Pupi Avati, fino alla clamorosa esibizione alla LXXI edizione del festival di Sanremo in compagnia dei suoi eXtraLiscio, il cantante e compositore romagnolo Mirco Mariani ha perseguito fin dagli anni ’90 un proprio personalissimo percorso di sperimentazione sulla forma-canzone.
Dopo gli esordi con i Mazapegul, fonda nel 2010 uno dei suoi progetti principali, Saluti da Saturno, un piccolo combo poi trasformatosi (dopo quattro anni e altrettanti album) in Shaloma Locomotiva Orchestra, formazione a organico variabile che esordisce sotto l’egida di AngelicA con un prestigioso parterre di ospiti provenienti dalle estrazioni musicali più diverse (il produttore americano – di Tom Waits e Los Lobos tra gli altri – Mitchell Froom, il trombettista e flicornista jazz Paolo Fresu, lo storico chitarrista di Conte e Guccini Jimmy Villotti, il virtuoso francese delle Ondes Martenot Bruno Perrault, Gianfranco Grisi con il suo cristallarmonio di vetro, ecc.), e i cui primi concerti sono stati documentati nel cd 3×3+1 (IDA 044).
Non meno incentrata su spericolate contaminazioni linguistiche, ma con una verve “ruspante” e popolare che gli ha fatto guadagnare dopo i primi anni di attività un grande successo di pubblico, è l’esperienza del gruppo eXtraLiscio, fondati assieme a due illustri veterani del ballo liscio romagnolo (Moreno il Biondo e Mauro Ferrara), e approdati come detto nel 2021 a Sanremo, coadiuvati tra gli altri da Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti e dal Trautonium del tedesco Peter Pichler (la prima volta, a 90 anni dalla sua invenzione, che il leggendario strumento – usato anche negli Uccelli di Hitchcock – si è potuto sentire sul palco del Festival della Canzone!).
Da sempre infatti, Mariani è un appassionato cultore e ricercatore di strumenti dimenticati e rari, attorno alle cui sonorità extra-ordinarie ha creato il LABOTRON, il laboratorio-studio di registrazione di Bologna da cui partono tutte le sue creazioni.
Le musiche raccolte in MUSICA PER SCONOSCIUTI (IDA 059) sono nate appunto tutte all’interno del Labotron (il cui nome viene dalla sbalorditiva collezione di rari Mellotron che contiene), frutto di una scelta da oltre 400 tracce registrate dall’autore in solitudine, senza nessuna sovraincisione o correzione, dal 2021 al 2023.
Prodotti con quello che Mariani chiama Orchestrone (“un girotondo di strumenti elettronici, elettromeccanici, acustici, a nastro e vinili in celluloide, che tutti insieme occupano 99 canali distribuiti in vari mixer”, “pensati come un grande strumento unico”), molti di questi brani nascono come “musiche d’occasione” per il cinema, per film di Elisabetta Sgarbi (Viaggio intorno alla mia stanza, sul fotografo Nino Migliori), Pupi Avati (Lei mi parla ancora), Aleksandr Sokurov (Fairytale: Una fiaba), e per sonorizzazioni di film muti commissionate dalla
Cineteca di Bologna – ma anche, dichiara Mariani, “per film immaginifici che mi girano da sempre in testa”.
MUSICA PER SCONOSCIUTI presenta ben 158 brani su tre cd (di lunghezza da 13 secondi a 3 minuti e 16, con un totale di 3 ore di musica), per un caleidoscopio di stili in cui si susseguono senza soluzione di continuità cori sacri, ritmi latini sbilenchi, filastrocche elettroniche residentsiane, new wave giapponese, orchestre dodecafoniche, spettrale lounge music per balere deserte, bordate di elettronica primitiva degne del Pianeta Proibito dei coniugi Barron, jazz-exotica anni 50, allucinazioni horror, melodie nostalgiche per piano solo, ecc., in un flusso ininterrotto di suggestioni che può far pensare (più strutturalmente che altro) alle collane di “musiche per commenti sonori” italiane, alla Music for Films di Eno, alla corrente inglese della Hauntology (del resto imbevuta anch’essa di riferimenti a library music, colonne sonore horror, musique concrète).
Una frammentarietà (e ricchezza) ancor più accentuata in sede di produzione, in tutta una serie di interventi, eventualmente da scoprire in fase d’ascolto, nascosti dentro un flusso che esplode di sorprese.
Quello che MUSICA PER SCONOSCIUTI rappresenta soprattutto, per Mariani, sono pagine da un diario di viaggio, il racconto di “un’avventura in solitaria, dove come un esploratore ho concentrato tutta la mia personale storia della musica, dandomi dei limiti ed evitando qualsiasi scorciatoia che oggi la tecnologia ti può offrire. Mi sono sentito uomo solo alla scoperta di un luogo inesistente e misterioso, visionario e inventato ma per me necessario”.
Un lavoro che offre all’ascoltatore la preziosa occasione di entrare, per così dire, “nell’antro dell’alchimista”, ed esaminare, come sotto una lente di ingrandimento, i “mattoni sonori”, i guizzi subliminali e le tessiture strumentali sorprendenti con cui il compositore romagnolo costruisce la sua musica, e che ama inserire nelle trame delle proprie produzioni, anche apparentemente più ortodosse.

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